Terra piatta: svelato il complotto! Ecco tutta la verità

L’idea che la Terra sia piatta non resiste a un singolo esperimento ben fatto, eppure continua a circolare. Perché? Perché non si diffonde con le prove, ma con le narrazioni: brevi, intuitive, facili da condividere. Il nostro cervello ama le scorciatoie: preferisce una storia “pulita” a un modello complesso, soprattutto quando promette di svelare un complotto. In rete poi gli algoritmi amplificano ciò che trattiene l’attenzione; e nulla trattiene quanto una tesi controcorrente. Se aggiungete il bisogno di appartenenza a un gruppo “che ha capito”, il terreno è pronto.

Il cuore psicologico è il bias di conferma: cerchiamo solo gli indizi che ci danno ragione e ignoriamo il resto. Video amatoriali, esperimenti casalinghi, prospettive ingannevoli diventano “prove” perché si incastrano nella storia già scelta. Contano anche l’illusione di profondità esplicativa (“so spiegare tutto con due concetti”) e l’effetto Dunning–Kruger: più si ignora la fisica di base, più si è sicuri di averla capita. Le comunità online saldano la convinzione con like, meme, micro-riconoscimenti: ogni feedback è un piccolo rinforzo.

La scienza, al contrario, procede per controlli incrociati. Non serve andare nello spazio: bastano fusi orari, navi che scompaiono dallo scafo in su, ombra circolare della Terra nelle eclissi lunari, stelle diverse a latitudini diverse, traiettorie aeree più brevi passando “sopra” il globo. Sono osservazioni indipendenti che convergono sullo stesso modello: una sfera leggermente schiacciata ai poli. Il valore non è nella singola foto, ma nel fatto che tutti questi dati si sostengono a vicenda.

Come difendersi? Fatevi tre domande rapide: 1) quale evidenza falsificherebbe questa tesi (se “nessuna”, non è scienza); 2) le spiegazioni alternative richiedono più eccezioni della spiegazione standard (rasoio di Occam); 3) la fonte può sbagliare e lo ammette? Cercate fonti primarie, esperimenti replicabili, ordini di grandezza corretti. E ricordate: cambiare idea alla luce di prove migliori non è una sconfitta, è proprio il trucco che ci ha permesso di capire il mondo.

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