Davanti al traghetto di Santa Sofia, stamattina, odora di legno bagnato. Il gondoliere dà due colpi di remo “alla veneta”, la barca dondola e via, di traverso sul Canal Grande. Non è il giro romantico: è un passaggio secco, da una riva all’altra. Prezzi? 0,70 € per chi vive qui, 2 € per gli altri.
In tre minuti scarsi sei già sotto Ca’ d’Oro (e ti chiedi perché non l’hai fatto prima). Il trucco però non è più un trucco. Da quando ne parlano blog e Reels, la coda al pontile arriva fino ai banchi della frutta. Una signora con due borse sbuffa: “Prima salivi al volo… adesso aspetti anche un quarto d’ora”.
Succede anche al San Tomà: file a fisarmonica, scatti col telefono, bambini che ridono quando la gondola tocca la sponda e fa quel toc. Dal Comune e dai gondolieri la linea è serena: “È un servizio pubblico, signori. Come il vaporetto: vale per tutti”. E hanno ragione. Resta quel piccolo attrito quotidiano dei residenti (capibile), mentre i turisti si portano a casa un ricordo low cost — due euro, una spolverata di laguna sugli scarponcini, e la sensazione precisa di Venezia vista a pochi centimetri dall’acqua. Che poi è il punto: provarla, più che raccontarla.
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