Da settimane, in Parlamento e nei talk, gira sempre lo stesso argomento: la nuova Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali. Un tema che riguarda milioni di italiani e che potrebbe entrare già nella prossima Legge di Bilancio. La novità più discussa è chiara: sarà possibile saltare fino a otto rate senza perdere i benefici dell’accordo con il Fisco.
Sarà possibile saltare fino a 8 rate!
Il governo Meloni la presenta come la svolta verso una “pace fiscale definitiva”. Matteo Salvini, che da sempre ci ha messo la faccia, l’ha rilanciata come un cavallo di battaglia. Gli obiettivi? Due: aiutare chi è davvero in difficoltà, evitando decadenze immediate, e allo stesso tempo provare a recuperare una parte dei circa 1.200 miliardi di crediti che lo Stato non ha mai incassato.
Carbone: “Tolleranza alta! Si rischia di…”
Non tutti però sono convinti. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, ha frenato: “Con una tolleranza così alta – sette rate non pagate prima di decadere – rischiamo di fare un regalo ai furbetti”. Il problema è noto: tanti contribuenti aderiscono alle sanatorie solo per fermare pignoramenti e interessi, poi smettono di pagare dopo poche rate. Per questo l’esecutivo valuta correttivi mirati contro i cosiddetti debitori seriali.
La struttura, comunque, resta simile alle precedenti edizioni: fino a 10 anni di piano, 120 rate mensili, arretrati dal 2000 al 2023. In cambio, benefici immediati: stop a pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche, oltre alla regolarità per il DURC. Ma non sarà una sanatoria aperta a tutti. Esclusi i recidivi, chi ha già sfruttato le vecchie rottamazioni senza versare tutto. Sul tavolo ci sono anche paletti ulteriori: per i debiti sopra i 50mila euro si pensa a un anticipo obbligatorio del 5%, mentre per le mini-cartelle spunta l’ipotesi saldo e stralcio automatico.