Il 2026 non sarà un anno normale per la riscossione. No, stavolta il termine “spartiacque” non è un’esagerazione. Cambierà tutto: cartelle, rate, notifiche. Una parte delle novità è già nota, altre si stanno ancora scrivendo. Ma la direzione, ormai, è tracciata: più margini per i contribuenti, meno carta che gira a vuoto negli uffici.
Rate, ancora rate
Già nel 2024 era arrivato un segnale: da 72 a 84 rate. Sembrava tanto. E invece non basta. Dal 2027 si parla di 96 rate, praticamente otto anni di tempo. Non cambia il debito (quello resta), ma cambia il passo con cui puoi affrontarlo. E questo, per chi ha problemi di cassa, conta eccome.
Stop alle buste verdi
Le famose buste, quelle che ti trovavi in cassetta e ti facevano venire il magone solo a guardarle. Beh, diventeranno sempre più rare. L’idea è chiara: tutto online, notifiche digitali, meno carta da smistare. “Il digitale dà più garanzie”, ripetono dal ministero. Non succederà in un giorno, certo, ma la direzione è quella.
Il capitolo più atteso
Poi c’è la rottamazione-quinquies. Se ne parla da mesi, ma i dettagli veri arriveranno solo dopo il 12 settembre 2025 (parola di Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze al Senato). L’obiettivo è inserirla nella Legge di Bilancio e farla partire già nel 2026.
Le voci? Anticipo del 5% per i debiti oltre i 50 mila euro, poi 120 rate uguali. Con la possibilità di saltarne otto senza perdere i benefici (alla nona si decade). In più la cancellazione automatica delle cartelle minori, probabilmente sotto i 5 mila euro. Vale solo per quelle notificate fino al 31 dicembre 2023.
Il quadro non è completo, questo va detto. Ma la linea è chiara. E il 2026, salvo imprevisti, resterà l’anno in cui la riscossione ha davvero cambiato pelle.