Settembre si avvicina e, con lui, anche la bozza della Legge di bilancio 2026. Dentro potrebbe esserci una novità che interessa milioni di contribuenti: la “rottamazione quinquies” delle cartelle esattoriali. In pratica, una nuova definizione agevolata, divisa in due percorsi a seconda dell’importo del debito con il Fisco. L’idea è di farla partire con la prossima manovra, così da renderla operativa nel 2026. Oggi su Utopie.it proveremo a capire meglio quello che potrebbe succedere. E ciò che sta accadendo.

Rottamazione cartelle esattoriali: cosa sta succedendo
Il presidente della commissione Finanze, Massimo Garavaglia (Lega), ha confermato che i lavori stanno correndo: emendamenti entro il 12 settembre, poi il testo sarà pronto. Obiettivo? Aiutare chi si è trovato indietro nei pagamenti non per malafede, ma per difficoltà di cassa. E, allo stesso tempo, far incassare allo Stato somme che altrimenti resterebbero sulla carta.
Una parte del piano guarda alle cartelle più piccole: con il “saldo e stralcio” si potrebbe chiudere la partita pagando solo una quota ridotta, evitando interessi e sanzioni. In passato il limite è stato fissato a mille o cinquemila euro, e ora si valuta di riproporre – o differenziare – queste soglie. In alternativa, c’è l’ipotesi dello stralcio automatico: il Fisco rinuncia del tutto a riscuotere i micro-debiti, che secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio rappresentano il 77% del totale (spesso frutto di bolli auto o imposte locali non pagate).
Ma non c’è solo chi deve poco. Per importi più alti – anche sopra i 50mila euro – si pensa a uno sconto su sanzioni e interessi, con piani fino a 120 rate (dieci anni) e un anticipo obbligatorio, intorno al 5%. La finestra riguarderebbe solo i debiti maturati fino al 31 dicembre 2023. Intanto, è appena calato il sipario sulla “rottamazione quater”, scaduta il 5 agosto: un’operazione simile, introdotta nel 2023, che ha permesso di estinguere debiti fino a 22 anni fa senza interessi né sanzioni, a patto di rispettare tutte le scadenze.