Nel meraviglioso mondo della cucina ci sono milioni di ricette, primi piatti prelibati secondi succulenti e dolci fantastici.
L cucina italiana si può vantare di aver dato i natali a primi piatti veramente spettacolari, gli ingredienti di altissima qualità sia per i condimenti quanto per i formati di pasta, di semola, all’uovo, lunga, corta per tutti i gusti.
Ogni città in Italia ha la sua specialità, partendo dai risottini che si fanno nel lombardo. oppure i canederli tipici del trentino, i ragù spettacolari di Bologna e Napoli, gli gnudi toscani o la meravigliosa lasagna abruzzese per finire poi con le orecchiette con le cime di rapa tipicamente pugliesi.
Ogni regione ha le sue usanze in fatto di cucina, con il passare del tempo queste ricette si sono alleggerite nei grassi e hanno cambiato eliminando o aggiungendo ingredienti che l’Hanno resa più salutare ma ugualmente gustosa. I grandi chef sono rimasti legati alle ricette tradizionali, solamente i più giovani si lanciano alla scoperta di nuovi sapori pur mantenendo di base la tradizione.
Quello di cui siamo giunti a parlare è una di quelle specialità attribuita dapprima ai napoletani, poi all’ Abruzzo ma i romani ne hanno rivendicato i natali, anche se poi una piccola influenza americana ci deve essere stata.
La rappresentazione più pura dell’economia sostenibile.
Un piatto tipico con i natali sparsi in più luoghi, cremoso, buonissimo viene “contaminato “ con un ingrediente estraneo ed è subito disputa.
Il piatto per eccellenza veramente gustosissimo conosciuto in tutto il mondo è senza alcun dubbio “La Carbonara” la carbonara ha origini molteplici se la disputano più di una città. Tutto è iniziato con una semplicissima pasta e cacio che i contadini abruzzesi avevano spessissimo sulle loro tavole.
Con il passare del tempo finì anche sulle tavole dei napoletani alla fine della seconda guerra mondiale che con l’ influenza americana aggiunsero allapasta con il cacio le uova in polvere e il bacon che avevano in dotazione i militari americani.
Dopo questa aggiunta da parte dei partenopei, la ricetta sbarca a Roma, nella versione romana i puristi usano guanciale tagliato a dadini, rosolato in padella senza aggiunta di grassi, una crema fatta con tuorlo d’uovo sbattuto insieme a una generosa quantità di pecorino grattugiato e una bella spolverata di pepe macinato fresco.
Il tutto amalgamato a fuoco spento a una generosa quantità di spaghetti. Alcuni chef hanno voluto srafare aggiungendo la panna come ulteriore ingrediente, creando una sorta di carbonara più cremosa ma di gran lunga inferiore per quanto riguarda il sapore fantastico e avvolgente della versione romana.
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