Nonostante una fase di espansione la crisi finanziaria dovuta alla trattativa sui dazi ha aperto scenari complessi per i titolari di mutuo, ma una decisione di questi giorni può cambiare lo scenario. Vediamo perché
L’economia europea dal 2020 ad oggi ha dovuto sostenere una serie di scossoni davvero pesanti. Scossoni che ne hanno minato, quasi fino alle fondamenta, la struttura. Si è partiti proprio nel 2020 con l’esordio della pandemia da coronovirus covid-19 con tutto il suo portato di vittime e di crisi economica. Quando la situazione iniziava, lentamente, a migliorare è esplosa la guerra tra Russia e Ucraina con annessa crisi energetica e il ritorno dell’inflazione.

Ma non solo. La parte finanziaria dell’economia ha iniziato a ballare di nuovo con l’avvio del conflitto tra Israele e Palestina per planare, in questi primi mesi del 2025, nella cosiddetta contesa dei dazi. Tutti fattori che, numeri alla mano, hanno di fatto rallentato se non bloccato la crescita economica e finanziaria dell’Area Unione Europea. Il Pil, il prodotto interno lordo è passato dai 18.500 miliardi del 2019 ad una stima di poco più di 19.000 per il 2026. Una crescita in sei anni davvero bassa, lenta e limitata. E gli effetti pratici sono sotto gli occhi di tutti.
Mutui, adesso cambia tutto
Dal dilagare del cosiddetto lavoro povero alla crisi aziendale di imprese storiche passando la crescita ridotta, la crisi finanziaria e il danno diretto ai mutui per la casa. Mutui per la casa, siano essi a tasso fisso o a tasso variabile, che nel periodo indicato ha subito pesanti difficoltà tanto sulla singola rata quanto sui piani di ammortamento.

Basti pensare a quanto alla pesante crisi del biennio 2022-2023 solo in parte recuperata con la grande richiesta dei primi sei mesi del 2025. Una crisi che grazie ad una sentenza della Corte di Cassazione potrebbe finire davvero alle spalle
La sentenza è la numero 15130 datata 29 maggio 2024 ed è emessa dalla Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Una sentenza che obbliga gli istituti bancari ad indicare in modo netto, chiaro e puntuale la necessità di indicare nei contratti di mutuo, in modo esplicito, la modalità di ammortamento. Questo fattore “scardina” la vecchia gestione del cosiddetto ammortamento alla francese.
Una sentenza che diventa pienamente operativa con l’inizio del 2025 e che segna, di fatto, una pietra angolare per la gestione delle richieste e delle firme dei mutui dando certezza al consumatore tanto in termini economici quanto finanziari. Da registrare che nei mutui con giurisprudenza simile a quella coinvolta nel dibattimento in Cassazione possono aprire un ampio contenzioso con potenziali rimborsi. La sentenza è valida per i mutui a tasso fisso