Guardiamo il cielo ogni giorno, spesso senza farci caso. Blu, azzurro, più chiaro d’estate, più spento in inverno. Ma perché il cielo è blu e non, che so, verde o rosso? Una domanda che sembra da bambini, ma che in realtà ha dietro una spiegazione scientifica precisa.
La risposta arriva dalla luce del Sole. I raggi che ci arrivano non sono di un solo colore: dentro c’è tutto lo spettro, dal rosso al viola. Quando la luce entra nell’atmosfera terrestre incontra le molecole d’aria e le minuscole particelle sospese. Qui succede l’effetto chiamato diffusione di Rayleigh: i colori con lunghezze d’onda più corte (blu e violetto) vengono diffusi in tutte le direzioni molto più di quelli con lunghezze più lunghe (rosso e arancione).
In parole povere: la luce blu si “sparpaglia” di più, ed è quella che vediamo provenire da ogni punto del cielo. Non vediamo il violetto perché i nostri occhi sono meno sensibili a quella lunghezza d’onda, ed ecco che domina l’azzurro. Il fenomeno cambia anche in base al momento della giornata. All’alba e al tramonto il sole è basso sull’orizzonte e i raggi attraversano uno strato d’aria molto più spesso. La luce blu si disperde quasi tutta prima di arrivare a noi, mentre passano i colori più caldi: rosso, arancione, giallo. E il cielo diventa uno spettacolo diverso, che conosciamo bene. Quindi sì, il cielo è blu per colpa (o merito) della fisica. Un gioco di luce e particelle che ogni giorno ci regala un panorama che diamo per scontato. La prossima volta che alzi lo sguardo, magari fermati un secondo: c’è dentro più scienza di quanto sembri.