Alla fine è arrivato anche lui, uno dei più attesi. Amadeus non poteva mancare al saluto a Pippo Baudo. Nel giorno in cui è stata chiusa la camera ardente al Teatro delle Vittorie, il conduttore ha fatto il suo ingresso in silenzio, visibilmente emozionato, per rendere omaggio a quello che non ha mai nascosto di considerare un maestro.
Curioso il destino: l’addio a Baudo ha segnato di fatto il ritorno fisico di Amadeus in Rai, dopo l’addio e la scelta di cambiare strada. Nonostante la presenza in collegamento, nei mesi scorsi, nel programma radiofonico di Fiorello su Radio2, non era mai più tornato in azienda. Stavolta invece sì, davanti al feretro di Baudo.
Amadeus annuncia: non esistono eredi di Baudo
Uscendo dalla camera ardente, con la voce rotta dall’emozione, ha voluto sottolineare il segno lasciato dal grande conduttore: “Sono state dette tante cose giuste, belle di Pippo, quello che posso dire che riguarda tutti noi, ma non chi fa questo lavoro, parlo della gente comune: ha fatto parte per una vita delle nostre famiglie. Uno come Pippo Baudo è irripetibile, Pippo ha fatto la televisione, manca a chiunque, manca alla signora che lo ha visto in televisione fino a qualche tempo fa, è mancato ad ognuno di noi che fa questo lavoro, non c’è di più da dire”.
Come già accaduto a tutti i colleghi che hanno voluto salutare Baudo, anche ad Amadeus è stata rivolta la stessa domanda: chi può essere il suo erede? Lui ha scosso la testa, senza esitazioni:
“No, guarda, ho sentito parlare di eredità, non c’è l’erede di Baudo, non c’è l’erede di Costanzo, non c’è l’erede di Mike Bongiorno, di Raffaella Carrà, non c’è. Semplicemente perché erano unici, poi ognuno nel tempo ha una sua personalità e un proprio stile, il tempo decide e dice se quello che ha fatto lo ha fatto bene, partendo dalla professionalità, dalla passione, ma un erede no”.
Un’eccezione però Amadeus l’ha fatta, e riguarda uno dei suoi amici più cari: non Stefano De Martino, spesso citato in questi giorni, ma Fiorello.
>“Parlando di Rosario Fiorello, lui è uno che può fare il varietà, se noi pensiamo al varietà della Rai, l’unico nome che può fare questo è Fiorello”.
Poi il ricordo personale, quello che Amadeus ha voluto condividere con i giornalisti all’esterno. Un aneddoto che riguarda proprio ciò che più lo lega a Baudo: il Festival di Sanremo.
>“Conosco Pippo da tanti anni, ho avuto l’onore di averlo ospite in qualche trasmissione o di essere andato da lui, però è chiaro che prima dei cinque Festival, accadde una cosa che non era mai accaduta. In un ristorante non lontano da qui, eppure c’eravamo incontrati tante altre volte, lui mi disse di sedermi al suo tavolo. Ancora non sapevo di dover fare Sanremo, me lo dissero ad agosto. Non dimenticherò mai tutti i consigli, lui mi disse ‘Tu devi fare Sanremo, e caso mai ti venisse chiesto, tu devi fare così’. Mi disse una serie di cose che ho stampato nella mia mente da quel giorno e sono stati dei comandamenti da osservare. Quella cosa non accadde per caso”. Un racconto semplice ma potente, che restituisce l’eredità più vera di Pippo Baudo: quella fatta di incontri, parole che restano e consigli che diventano bussola di vita e di carriera.