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Improvvisazione Teatrale

L'improvvisazione teatrale nasce nel 1977 a Montrèal. Due attori canadesi, Robert Gravel e Yvon Leduc, con precedenti esperienze nel campo dell'improvvisazione creano una nuova formula di spettacolo: il match di improvvisazione teatrale, realizzando l'utopia di una pèrformance completamente improvvisata. Nato in via sperimentale il match, diffuso per sette anni in diretta televisiva, diventa in Canada un fenomeno nazionale e si diffonde a macchia d'olio in varie parti del mondo. Nascono così le varie "Leghe di improvvisazione" di Messico, Argentina, Stati Uniti, Francia, Belgio, Spagna, Svizzera, Costa d'Avorio, Congo, Antille, Guyana. La LIIT "Lega Italiana Improvvisazione Teatrale" nasce nel 1989 a Firenze, dove presenta il primo campionato nazionale si diffonde poi rapidamente in altre città italiane (Bologna, Siena, Roma, Milano, Varese, Busto Arsizio, Reggio Emilia, Riccione, Colle Val d'Elsa (SI), Follonica/Grosseto, Torino) dove tiene corsi di formazione sul teatro di improvvisazione. Di grande portata la rete di inrescambio internazionale. La nazionale italiana di improvvisazione, che ha all’attivo numerose tournées all’estero, ha vinto nel ’98 a Lille il campionato del mondo di improvvisazione teatrale.

Dopo il “riscaldamento” pubblico, la presentazione dei giocatori e l’intonazione dell’inno ufficiale (pubblico in piedi e mano sul cuore), un fischio di sirena segna l’inizio dell’incontro. L’arbitro estrae a sorte di volta in volta un cartoncino, che legge ad alta voce, con le seguenti indicazioni:

* Tipo di improvvisazione:  cioè comparata se le squadre dovranno improvvisare in successione, o mista se dovranno improvvisare insieme.

* Titolo dell’improvvisazione: rigorosamente sconosciuto ai giocatori ed eventualmente proposto anche dal pubblico mediante cartoncini distribuiti in sala.

* Numero dei giocatori: illimitato o imposto (ad esempio uno per squadra, due donne dei “rossi” e due uomini dei “blu” ecc.).

* Categoria dell’improvvisazione: cioè lo stile che può essere libero oppure cantato, in rima, senza parole ecc. o ancora alla maniera di... Goldoni, Shakespeare, Spielberg, Fellini, De Amicis, Manzoni o anche delle soap opera, dei cartoni animati giapponesi ecc. ecc..

* Durata dell’improvvisazione: da 30 secondi a 20 minuti.

Dopo la lettura del tema le squadre hanno soltanto 20 secondi di tempo per trovare un’idea di partenza e lanciarsi nella “mischia”. Alla fine di ogni improvvisazione l’arbitro può segnalare dei “falli”, vale a dire degli errori di tecnica teatrale (ad esempio: fuori tema, mancanza d’ascolto, cliché ecc.) ed i capitani delle squadre possono chiedere spiegazioni creando un ulteriore momento di spettacolo.

Il Match è una partita / spettacolo in cui 2 squadre di attori / giocatori, guidati da un attore / allenatore, si affrontano su temi estratti a sorte e rigorosamente segreti ai contendenti; è articolato su 2 tempi di 45
minuti l'uno, durante i quali si susseguono diverse improvvisazioni. L'ambiente esteriore e scenografico del match è quello di una partita di hockey su ghiaccio (maglie da gioco, "patinoire" ecc.) sport nazionale canadese. Lo spirito è quello di una competizione artistico/sportiva fra due squadre composte generalmente da 6 giocatori/attori che si contenderanno la vittoria in 90 minuti di "gioco" divisi in due tempi. Un maestro di cerimonia illustra al pubblico le varie fasi dello spettacolo, un musicista scalda la platea e fa salire la tensione sul palco, un inflessibile arbitro garantisce la qualità e la correttezza dell'incontro.

Il pubblico è  il vero protagonista della serata: è infatti lui che suggerisce dei temi all’arbitro, che vota dopo ogni improvvisazione per l’una o per l’altra squadra per mezzo di un cartoncino bicolore determinando l’andamento del match e che può addirittura esprimere il proprio dissenso lanciando una ciabatta che gli viene fornita all’ingresso. Il match è uno spettacolo dove vengono esaltate la creatività, la fantasia e la prontezza di spirito di artisti che sulla scena sono allo stesso tempo e nel medesimo istante attori/autori/registi e la concreta partecipazione del pubblico che assisterà ogni volta ad una serata completamente diversa e ovviamente irripetibile.

Funzioni

Nell'improvvisazione teatrale vengono saltati tutti i passaggi classici del teatro tradizionale: scrittura - regia - prove - rappresentazione, e l'attore diviene al tempo stesso attore/autore/regista di se stesso e del gruppo con il quale lavora. Non più, quindi, un concetto d'improvvisazione legato all'estro di un singolo attore con capacità di uscire e rientrare nel filo del proprio personale monologo, ma una ricerca che renda possibile la creazione "immediata" di una struttura teatrale con più persone (soprattutto sconosciute) e su diversi stili. Un lavoro che ha come lontano e illustre parente la commedia dell'arte, con la difficoltà in più di non avere né personaggi predeterminati, né canovacci, né costumi, né scenografie, ma soltanto la propria fantasia e la propria tecnica attoriale.

Nell'improvvisazione teatrale si ha:

Stimolo dei meccanismi creativi. Viene proposto un lavoro di ricerca e di stimolazione dei processi creativi in modo da spostare idealmente la propria condizione di attore e quella di attore/autore.

Creazione collettiva. Vengono analizzate le regole ed i procedimenti che favoriscono l'improvvisazione tra due e più attori, l'ascolto e la disponibilità verso l'altro.

Creazione della struttura. Nella fase finale del lavoro, le capacità creative individuali e la disponibilità verso gli altri attori vengono messe al servizio della creazione di una struttura globale, di uno sviluppo narrativo e drammaturgico dell'improvvisazione.

In quest'ultima fase non si è più solo attore/autore/regista di se stesso, ma indirizza questa funzione a tutto il gruppo.

 

Impro-performance

Impro-performance è uno spettacolo di improvvisazione che integra media, pubblico e contenuti utilizzando una regia dinamica che non lascia tempi morti, che sostiene in ogni momento gli improvvisatori e che li rilancia continuamente. Agendo come direttore di scena, una voce fuori campo controlla l’insieme dello spettacolo. Oltre ad annunciare i numeri e a darne una breve descrizione, la voce fuori campo tiene gli improvvisatori costantemente sulla corda aggiungendo degli imprevisti, cambiando le regole del gioco o ancora intervenendo direttamente nella storia. Il direttore di scena assicura il ritmo dello spettacolo allungando o accorciando le improvvisazioni al fine di ottenere sempre la massima intensità. Un momento dello spettacolo Impro-performance si compone di una dozzina di numeri di improvvisazione e attraverso l’utilizzo di differenti mezzi scenografici, spezza radicalmente l’abituale spettacolo di improvvisazione minimalista. Infatti, l’illuminazione è utilizzata al fine di dare il diritto di parola o di isolare un improvvisatore o un’azione. La musica, attuale, audace e energizzante scandisce i tempi della serata e immerge gli spettatori in un’atmosfera frenetica come quella di un concerto rock. Il video, vera innovazione di Impro-performance, apre gli orizzonti dello spettacolo grazie a delle pillole umoristiche e creative, presentate durante la serata. Il tutto si svolge sempre in interazione con il pubblico, che è invitato a più riprese a suggerire i temi, scegliere degli oggetti, ad essere integrato nelle improvvisazioni o ancora a decidere una difficoltà particolare da dare agli attori.

Un esempio semplice ma che descrive bene uno dei meccanismi utilizzati nello spettacolo è La parola- misteriosa. Il numero implica due improvvisatori. Prima di cominciare, uno dei due è fuori della sala in modo che non possa sentire cosa succede, l’altro è sulla scena e si fa dare una parola dal pubblico. Questa è la parola misteriosa che dovrà far dire al suo compagno durante l’improvvisazione. Non si tratta semplicemente di far indovinare la parola, ma di portare l’altro a dirla nel contesto di una storia. Il numero comincia quando il compagno entra sulla scena. Dato che il pubblico conosce la parola, sarà sensibile alle insinuazioni, anche sottili, di colui che tenta di farla dire e si divertirà nel vedere i tentativi dell’altro che cerca di utilizzare tutti gli indizi e che prenderà sicuramente delle false piste prima di dire il tanto sospirato vocabolo.

Il doppiaggio è un numero che utilizza il video e che immerge lo spettatore in un’atmosfera più simile al cinema che a quella di uno spettacolo teatrale. Sullo schermo gigante viene proiettato senza sonoro un estratto di un film o di una serie televisiva. Viene chiesto quindi agli attori di fare in diretta il doppiaggio inventando dei nuovi dialoghi. L’intervista video è altrettanto divertente e ancora più interattiva. Partendo da un estratto di un’intervista televisiva – Marzullo per esempio – vengono tenute solamente le domande fatte dall’intervistatore. Durante il numero, un improvvisatore si installa davanti una telecamera al fine di interpretare il ruolo dell’invitato ritrovandosi quindi a rispondere alle domande. Il risultato di quest’improvvisazione multimediale è al combinazione di questi due elementi che si alternano sullo schermo gigante.

Input

Input è uno spettacolo di improvvisazione teatrale che si gioca sull' interazione indiretta fra un un gruppo di 3-4 attori e il pubblico presente in sala. All’ingresso ogni spettatore riceve una scheda dove scrive una frase a suo piacimento che servirà agli attori per le loro improvvisazioni. Poi lo spettacolo inizia e scorre fino alla fine senza interruzioni o ulteriori richieste di suggerimenti dal pubblico proprio come una commedia “tradizionale”. Le frasi scritte dagli spettatori saranno gli stimoli, le tappe di un avventuroso viaggio che ci condurrà a toccare vari generi (teatrali, televisivi, cinematografici ecc.) e vari schemi di improvvisazione (cantata, in rima, monologhi ecc.) spaziando dal comico al poetico all’ironico e calibrando sera per sera la rappresentazione al tipo di pubblico presente (popolare, raffinato, scolastico ecc.). Gli attori/improvvisatori mettono qui a frutto la loro capacità di invenzione/interpretazione estemporanea maturata in anni di lavoro sul match di improvvisazione teatrale facendosi portatori di un umorismo raffinato e surreale. Lo spettacolo non ha scenografie ed è adatto a qualsiasi tipo di spazio (teatri, piccole sale, cabarets, all’aperto ecc.).