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Monete Smaterializzata

È noto che il denaro, inteso in un’accezione vastissima, è l’unico “bene” della cui utilità è possibile appropriarsi solo disfacendosene. Questa modalità di acquisizione di utilità sta venendo meno con la smaterializzazione messa in atto dalle reti telematiche e dalla globalizzazione dei mercati finanziari, che sembra minare la necessità di un referente concreto nel denaro. In un mondo dominato dall'abbondanza, dalla flessibilità e dalla comunicazione telematica, uno strumento di scambio così rigido come la moneta è anacronistico; dovremmo anzi abbandonare del tutto l'idea di un equivalente generale. Ci stiamo avviando verso pratiche di scambio sempre più dominate dal baratto, sia pure da un baratto di tipo nuovo. Si pensi alla comunità telematica dei Net Scavengers, gli spazzini della rete, e del loro successo economico.  Gli Scavengers, infatti, vivono scambiando le merci e i servizi di cui hanno bisogno con i vecchi software e le informazioni dimenticate che trovano sulla Rete con i loro sofisticati strumenti di ricerca. La loro situazione ricorda quella degli indigeni della Polinesia studiati dagli antropologi agli inizi del secolo scorso, la cui moneta era rappresentata dalle conchiglie che si trovavano sepolte nella sabbia dei loro atolli.

Negli ultimi anni si è sviluppata la  moneta elettronica, costituita esclusivamente da pacchetti di dati archiviati nei database delle banche, accessibili tramite terminali di varia natura. A favorire la diffusione degli e-money sono i sistemi di crittografia pubblica e le firme digitali, che rendono rispettivamente sicure e identificabili le transazioni e i conti bancari. I sistemi sono diversi e consentono diversi tipi di operazioni: si va da E-cash, un sistema per il trasferimento anonimo di valuta attraverso la rete e la telefonia cellulare, a Internet Cash, basato su carte prepagate da 100 dollari che permettono di fare acquisti su oltre 200 siti web, all'Internet Dollar, una valuta virtuale che gestori dei siti e consumatori impiegano per vendere o fare acquisti su Internet.

 

A questi sistemi se ne aggiungono altri, più specifici, come e-coins, ideato per i trasferimenti di piccolo taglio, o e-gold, che facilita i trasferimenti in oro, o PayPal che permette di trasferire istantaneamente denaro a chiunque sia dotato di un indirizzo di posta elettronica. Vi sono poi le banche che sono nate esclusivamente su Internet, come la First-e, la prima banca europea a non avere filiali o sportelli sul territorio: il taglio dei costi infrastrutturali andrebbe così a vantaggio dei correntisti, cui la banca promette tassi d'interesse più alti della media.

A questi sistemi se ne aggiungono altri, che, pur non essendo net specific , sostituiscono di fatto la moneta con tessere prepagate, simile alle loyalty card dei supermercati, che incentivano il risparmio attraverso il sistema di accumulazione dei punti: come la Mondex Smart Card della University of Dexeter, che permette agli studenti non solo di fare acquisti in tutto il campus, ma anche di votare, accedere al prestito dei libri e a un'ampia gamma di servizi. Tutti questi sistemi rimpiazzano la moneta corrente con sistemi di circolazione alternativi, ma non scalfiscono il monopolio dei governi e delle banche centrali in materia di coniazione della moneta.

Vi sono anche economisti radicali che propongono l'istituzione di una moneta di cittadinanza che favorisca l'accesso di tutti i cittadini ai servizi essenziali (sanità, scuola, trasporti), senza che la base monetaria cresca, e senza che tale moneta sia spendibile per altri beni. Ma c'è chi si spinge ancora più in là, sostenendo che nel futuro il denaro non varrà più nulla: Futurefeedforward è una compagnia alquanto paradossale, che offre denaro sottocosto, svendendo 10 dollari al prezzo di 9.