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Banca del Tempo

La banca del Tempo è un sistema in cui le persone scambiano reciprocamente attività, servizi e saperi. Chi aderisce specifica quali attività e/o servizi intende svolgere e accende un proprio conto corrente, come in una banca, dove però, al posto degli euro, si depositano ore. Chi ha offerto un servizio acquisirà un credito di ore e sarà in grado di spenderle ricevendo altri servizi. Nella Banca del Tempo però non è necessario restituire un servizio esattamente a colui che l'ha fornito: è un sistema aperto e non si contraggono debiti con qualcuno in particolare. Chi scambia compie un gesto molto importante: libera il tempo. Lo libera da ogni equazione economica: nella Banca del Tempo un'ora vale sempre un'ora, a prescindere dal servizio scambiato; lo libera per sé stesso, per imparare a darlo con fiducia e a riceverlo senza sensi di colpa. Nessuno quando scambia perde del tempo.

Chi partecipa alla Banca del Tempo lo fa per molteplici ragioni. Fra queste: avere un miglior rapporto con un bene che tutti possediamo e che spesso gestiamo male: il tempo; nello scambio si dà per avere e si riceve per offrire; si scambia per socializzare e conoscersi; allargare la propria rete amicale e di parentela; confrontarsi con realtà a noi non-affini senza pregiudizi, perché la varietà e le differenze, siano esse etniche, culturali o generazionali, sono una grande ricchezza di questo mondo; realizzare concretamente uno spazio in cui è garantita reale parità fra tutti i soggetti. Il valore della prestazione in tempo non tiene conto, quasi provocatoriamente, delle differenze economiche che nella società esistono fra persone e fra professionalità diverse; mette sullo stesso piano la casalinga che fa la torta e il musicista che insegna a suonare il sax; partecipare ed essere cittadino attivo. Si partecipa alle regole di una comunità, alle decisioni importanti, ma si partecipa anche a momenti di festa, di divertimento.

Breve storia

Il termine "Banca del Tempo" viene inventato a Parma agli inizi degli anni ’90, ma sarà la sperimentazione effettuata da un gruppo di donne di Santarcangelo di Romagna a far conoscere a livello nazionale ed internazionale il progetto. Nel 1995, attraverso una serie di incontri divulgativi, l’idea di scambio di tempo incontra il favore di numerosi gruppi (associazioni costituite e gruppi informali) che nel breve periodo danno vita a Banche del Tempo: alla fine del ’95 sono 5 le esperienze attive, nel ’96 una settantina, a tutt’oggi sono oltre 220 le realtà attive e in corso di progettazione-sperimentazione. L’esperienza italiana viene spesso paragonata a quella ben più conosciuta dei LETS (Local Exchange Trading System) inglesi,una sorta di mercato alternativo nel quale si possono ottenere beni e servizi pur non avendo denaro. All’interno del sistema locale di scambi si regolano le transazioni mediante addebito ed accredito di una moneta creata per il sistema. Talvolta il valore delle prestazioni e dei beni cambiati è strettamente correlato a quelli di mercato (se un’ora di baby sitting vale 4 sterline ed un’ora del muratore vale 7 sterline,nel LETS equivarranno a 4 connies e 7 connies ad esempio), altre si presenta leggermente inferiore, altre ancora si ha parità di valore nelle prestazioni che vengono valutate ad una unica tariffa standard per ora, indipendentemente dalla prestazione). La peculiarità italiana è quella che il fenomeno non si è attivato a partire da una necessità economica, bensì con l’obiettivo di ricostruire e rinsaldare le relazioni tra le persone, a partire dalla considerazione che il tempo è oggi una risorsa scarsa per alcuni e troppo abbondante per altri. Partecipando alla Banca del Tempo si ottengono prestazioni che permettono di soddisfare piccoli bisogni immediati, ma il risultato più ampio e duraturo consiste nella ricostruzione di reti sociali e solidali sul territorio.

La Banca del Tempo si basa sullo scambio ,cioè si dà per ricevere, si chiede tempo per restituirlo, infatti il proprio conto corrente deve tendere ad avere saldo zero.  Non si tratta dunque di volontariato, ove i volontari offrono tempo per loro attività adutenti che ne usufruiranno. Si parla di reciprocità indiretta, ogni scambio accende debiti e crediti in tempo nei confronti della Banca, non del singolo interessato. Ciò significa che se Maria tiene il bambino di Anna per 2 ore, il credito registrato nel conto corrente di chi ha offerto la prestazione non dovrà necessariamente essere "speso" nei confronti della stessa persona, ma nei confronti di qualsiasi aderente. Allo stesso modo si potrà rientrare dal debito offrendo prestazioni ad altri associati.

Si supera la logica del baratto (possibile fra due persone) ampliando le possibilità di scambio. Nel nostro esempio: Maria tiene il bambino di Anna per due ore e il suo credito può riscuoterlo chiedendo a Giovanni di collocare delle mensole in cucina, mentre Anna può il tempo ottenuto accompagnando Giacomo che non possiede l’auto); il tempo è l’unità di misura: il valore della prestazione è determinata dal tempo impiegato nello scambio; quindi l’ora di baby sitting della casalinga equivale all’ora di ripetizione di matematica data dal ragioniere, l’ora impegnata dal pensionato per aggiustare una presa rotta ha lo stesso valore di quella del giornalista che ha accompagnato qualcuno in auto. Nella Banca del Tempo il solo denaro ammesso è quello versato a titolo di rimborso spesa (ad esempio se un aderente prepara della pasta fresca, chi ha richiesto darà un assegno-tempo pari al tempo impiegato nella prestazione e rifonderà delle spese per uova e farina impiegate, a meno che non intenda fornirle direttamente); tutti gli aderenti sono uguali tra loro. un’ora è sempre un’ora indipendentemente dall’età, dalla scolarità, dal ceto sociale di chi l’ha scambiata ed indipendentemente dal tipo di prestazione offerta/domandata; il territorio di riferimento della Banca del Tempo è limitato: un quartiere in una grande città, un piccolo comune, una scuola, un circolo ricreativo o una sezione soci Coop. La piccola dimensione facilità la socialità ed elimina le difficoltà di spostamento tipica dei territori vasti. Con il tempo, tra le esperienze più mature, si sono attivati scambi anche fra le Banche (prevalentemente di natura culturale o richiesta di servizi specifici in altri territori o non reperibili all’interno del proprio gruppo, ad esempio: visite guidate, richiesta di informazioni reperibili su altro territorio, prestazioni specifiche quali traduzioni, etc.).

Chi si iscrive alla Banca del Tempo definisce ciò le prestazioni che intende offrire, indicando anche quelle di cui pensa di avere bisogno. La lista è indicativa, ma rappresenta un punto di partenza per dar vita a richieste ed offerte. Definire bisogni e disponibilità permette di evidenziare fin da subito che lo scambio sta alla base dell’esperienza. Ad ogni iscritto viene intestato un conto corrente in tempo nel quale verranno registrate le ore addebitate ed accreditate, con l’impegno di movimentare il conto sia in un senso che nell’altro. Principali strumenti operativi sono: il libretto degli assegni, la lista delle offerte e delle richieste, il regolamento interno definito ed aggiornato dall’assemblea degli associati, la lista dei partecipanti con i riferimenti per chiamare direttamente (in alcune BdT tale lista rimane depositata presso lo sportello e gli scambi sono da questo mediati, ogni gruppo decide come organizzarsi). La richiesta della prestazione potrà essere quindi effettuata direttamente all’offerente o allo sportello. Non vi è obbligo a soddisfare la prestazione ( se in quelle ore o in quel giorno non è possibile, è possibile rifiutare lo scambio). Chi riceve la prestazione emette un assegno in tempo (se Luca ha conversato in inglese per due ore con Susan, emetterà a suo favore un assegno di due ore) che verrà recapitato presso la segreteria della BdT da chi l’ha ricevuto. L’assegno permette la contabilizzazione dello scambio, a chi ha effettuato la prestazione verrà accreditato il tempo, viceversa per chi ne ha usufruito. Il credito, o il debito, potrà essere speso o restituito scambiando con altri membri del gruppo, perché matura nei confronti della Banca del Tempoe non del singolo aderente. Unico impegno è quello di tendere al pareggio: non sono positive né le posizioni troppo a credito né quelle troppo a debito, indicano che non vi è scambio! Tutte le prestazioni sono valutate in tempo, anche le attività di segreteria ad esempio, non circola denaro se non quello a copertura delle spese vive (es. materiali per effettuare una piccola riparazione, materie prime per una torta, etc.).

 

Come si attiva una Banca del Tempo?

Si inizia in un piccolo gruppo che formula il progetto ed inizia a sperimentare lo scambio (da tale sperimentazione potranno venire spunti per modificare quanto previsto in precedenza, si può affermare che dall’esperienza pratica giungono i suggerimenti per migliorare il meccanismo). Il gruppo promotore si preoccuperà anche di favorire l’adesione di nuovi aderenti, per ampliare il numero iniziale ed giocare lo scambio tra più persone e con maggiori possibilità. Le modalità, i tempi e le condizioni vengono definiti dal gruppo stesso, in piena autonomia. Ciò significa che si può seguire una via più "amicale" per crescere, operando una sorta di "passa-parola", o agire attraverso iniziative di pubblicizzazione rivolte ad un più vasto pubblico.

La realtà ci evidenzia che:
- ogni gruppo deve autonomamente scegliere ciò che ritiene meglio
- sono da preferire sempre forme miste (ad esempio, la partecipazione ad una occasione pubblica pubblicizzando la propria attività o l’articolo sul giornale possono avvicinare persone che altrimenti non avrebbero l’occasione di farlo; la via amicale permette una crescita più lenta ma più consapevole. L’equilibrio tra le due permette una evoluzione quantitativa e qualitativa interessante).

Cosa si scambia nella Banca del Tempo?

Le prestazioni scambiate dipendono dalle abilità, dalle disponibilità e dalla fantasia degli aderenti. Nella pratica poi, bisogni estemporanei non indicati nelle disponibilità offerte o nelle richieste abituali, possono essere presentati al gruppo trovando così soluzione. A differenza di quanto avviene sul mercato,ove le offerte si selezionano in base alle richieste di mercato ed in assenza (o limitata richiesta) di "consumatori" non trovano una risposta economica, nella Banca delTempo quello che interessa è la relazione con gli altri, pertanto anche se non si era previsto, ad esempio, "l’aiuto per imbottigliare il vino", ecco che a richiesta qualcuno disponibile è possibile trovarlo. Alcune Banche del Tempo hanno introdotto il prestito di beni (ad esempio, tra i più gettonati: vaporella, sega elettrica per tagliarela legna, trapano elettrico), altre lo scambio di beni. A tutt’oggi appare prevalente lo scambio di tempo per prestazioni (98%). La BdT serve a soddisfare qualche piccolo bisogno immediato, che spesso il mercato stesso non è in grado di soddisfare (dove èpossibile trovare qualcuno che mi aiuti ad imbottigliare i 100 litri di vino per uso familiare, chiacchierando amabilmente ?). Le Banche del Tempo non sono "agenzietuttofare", anche se la prima azione visibile è quella della ricerca di soluzione a qualche piccola necessità contingente. Di fatto, attraverso lo scambio, facendo "qualcosa per" si finisce per "fare qualcosa con", cioè è l’aspetto relazionale e conviviale che prevale pur rimanendo estremamente importante l’aspetto funzionale.

Quello che si è visto è che le Banche del Tempo sono una innovazione sociale perché:
* danno vita a reti di socialità agendo come "antidoto contro la solitudine"
* permettono di allargare l’aiuto di vicinato oltre la stretta cerchia parentale
* favoriscono l’inserimento sociale di persone senza rete si supporto familiare (ad esempio nuove famiglie trasferitesi da altri comuni)
* favoriscono l’interculturalità
* favoriscono i rapporti tra generazioni (ormai giovani e meno giovani si trovano a frequentare ambienti diversi) - favoriscono la crescita dell’autostima individuale (permettendo il riconoscimento in sé allo stesso tempo di bisogni e capacità di soluzione di quelli altrui)
* permettono di soddisfare bisogni altrimenti non reperibili sul mercato
* permettono di usufruire di prestazioni altrimenti non acquisibili per motivazioni economiche o per rigidità organizzative (esempio: una giovane coppia può andare al cinema lasciando i bambini a qualche amico della BdT o può essere possibile essereaiutati ad apprendere i principali segreti del computer senza essere vincolati dai rigidiorari dei corsi tradizionali ed in un ambiente amichevole)
* agiscono, più complessivamente sulla qualità della vita.

Nella BdT si sono ripristinate modalità di buon vicinato perse nella moderna quotidianità. La Banca è solo un meccanismo che permette di avere regole chiare per sperimentare nuove socialità. Gli stessi termini bancari (conto corrente,assegno, estratto conto) sono da prendersi in maniera ironica perché utilizzando il tempo come misuratore del valore delle prestazioni di fatto si intende valorizzare le capacità intrinseche a ciascuno, indipendentemente dal proprio status sociale, anagrafico,culturale, etc. La Banca del Tempo è un luogo nel quale si sviluppa la fiducia nei confronti del prossimo, perché attraverso la conoscenza degli altri aderenti (nelle riunioni periodiche, nei progetti comuni, negli scambi, nelle attività conviviali,..) si superano le diffidenze nei confronti di chi non si conosce esi dà vita a nuove amicizie.

La strutturazione della Banca del Tempo si basa su poche regole fisse (scambio, reciprocità indiretta, utilizzo del tempo come unità di misura, parità fra i soggetti) e sulle persone che ne fanno parte. Ogni gruppo autonomamente definirà il progetto, la regolamentazione interna e le modalità di gestione, effettuerà le periodiche valutazioni ed i cambiamenti necessari. Questa grande flessibilità e la logica progettuale (cioè agire sperimentando, valutando e correggendo) sono indispensabili per l’attecchimento dello scambio di tempo perché ogni gruppo, ogni territorio ha proprie abitudini, bisogni ed opportunità. Per questa ragione le Banche del Tempo, pur basandosi tutte sulle poche regole sopra indicate, hanno progetti spesso molto diversi l’una dall’altra: ad esempio esistono Banche del Tempo di quartiere, nelle scuole tra bambini ed adolescenti, in altri casi si è privilegiato il rapporto multiculturale, o quello tra famiglie. Il più delle volte le esperienze si sono fortemente connotate nella fase di partenza, per poi modificarsi radicalmente nel corso del tempo. Spesso i gruppi che scambiano tempo esistenti su di un territorio si mettono in relazione fra loro, dando vita ad interessanti reti relazionali. Questa è forse la grande forza delle Banche del Tempo, nelle quali ciascuno può essere aiutato a soddisfare un proprio bisogno e contemporaneamente contribuire a risolvere quelli altrui, costruendo al contempo una più allargata rete di relazioni amicali e mutuo aiuto.