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Campagna Messa al Bando delle Minete

messa albando mine

La Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine (ICBL) viene lanciata ufficialmente nel 1992 da sei organismi non governativi - Handicap International, Human Rights Watch, Vietnam Veterans of America Foundation, Physician for Human Rights, Mines Advisory Group and Medico International - impegnati sul fronte dei diritti umani e dell'azione umanitaria. Nasce sulla base di un appello che chiede la definitiva messa al bando delle mine terrestri, ordigni di distruzione di massa; rivendica la costituzione di un fondo ad hoc per le azioni di sminamento ed assistenza alle vittime ed invoca l'impegno dei paesi produttori di mine a favore della bonifica dei territori contaminati del pianeta. Oggi la Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine raccoglie oltre 1.000 organizzazioni di 60 paesi e rappresenta una coalizione senza precedenti di realtà attive nel campo dello sviluppo, dei diritti umani, dell'ambiente, del disarmo, del mondo religioso, che lavorano a livello locale, nazionale, regionale ed internazionale su questa battaglia a favore della pace.

Per questo suo impegno, nel 1997, le è stato conferito il Premio Nobel per la Pace con la seguente motivazione: "Il Comitato Norvegese per il Nobel ha deciso di conferire il Premio Nobel per la Pace 1997, in parti uguali, alla Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine (ICBL) ed alla sua coordinatrice, Jody Williams, per il lavoro svolto a favore della definitiva interdizione e rimozione delle mine antipersona. La Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine e Jody Williams hanno dato avvio ad un processo che in pochi anni ha trasformato la messa al bando delle mine da utopia a realtà possibile. La Convenzione che sarà firmata il prossimo dicembre ad Ottawa è in ampia misura un risultato del loro importante lavoro". Dopo aver promosso il Trattato per la messa la bando delle mine antipersona, firmato ad Ottawa nel dicembre 1997, la Campagna Internazionale ha strenuamente lavorato per ottenerne l'entrata in vigore nel marzo 1999. Oggi ne chiede l'universalizzazione in tempi rapidi. Nel contempo, ha messo a punto un meccanismo di monitoraggio sull'attuazione del Trattato da parte dei paesi membri e sull'impegno della comunità internazionale contro le mine terrestri, il Landmine Monitor Report. Oltre 120 ricercatori di tutto il mondo sono impegnati nella compilazione di un questo rapporto globale sulle mine. La Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine è strutturalmente composta da un Comitato di Coordinamento formato da 14 organizzazioni e/o campagne e dalla Assemblea Generale che viene convocata ogni due anni. Essa si articola in cinque gruppi di lavoro ad hoc: 1. Il Gruppo sul Trattato; 2. Il Gruppo sulla Assistenza alle Vittime; 3. Il Gruppo sulla Mine Action; 4. il Gruppo Etica e Giustizia; 5. Il Gruppo sugli Attori non Statali. 


LA CAMPAGNA ITALIANA PER LA MESSA AL BANDO DELLE MINE

Un piccolo gruppo di Ong ed associazioni pacifiste incontrò Jody Williams il 12 settembre 1993 per discutere e valutare il possibile avvio di un'iniziativa contro le mine in Italia, allora uno dei leader nella proliferazione di questi ordigni. La Campagna Italiana per la Messa al Bando delle Mine viene lanciata ufficialmente il 1 dicembre 1993 con una conferenza internazionale promossa da Mani Tese, Pax Christi, Greenpeace, Oscar-Ires Toscana, Servizio Civile Internazionale, Lega per i Diritti e la Liberazione dei Popoli, Gruppo Verdi al Senato, Archivio Disarmo con l'obiettivo primario di denunciare il ruolo italiano e sensibilizzare l'opinione pubblica del nostro paese sulla crisi umanitaria provocata nel mondo da questi ordigni, dei quali mai si era parlato sulla stampa, o nel dibattito politico. L'intento è quello di avviare il dibattito su questo tema, ed iniziare un'azione di lobby su parlamento e governo.

La prima importante presenza della Campagna in un popolare show televisivo consegna impulso decisivo alle prime reazioni del parlamento, che il 2 agosto 1994 vara una moratoria unilaterale sulla produzione ed esportazione delle mine antipersona. A questo segue una manifestazione di tre giorni a Brescia ("Non fermiamo il girotondo"), nel settembre 1994, che si conclude con la prima marcia per la pace di 5.000 persone a Castenedolo, sede della Valsella Meccanotecnica e culla della produzione delle mine made in Italy. La Fiat, shareholder di due delle tre aziende italiane produttrici, si attiva per "uscire" dal business. La Campagna cresce di numero, le associazioni, i gruppi locali si mobilitano con numerose iniziative, gli enti locali aderiscono alla petizione per la messa al bando delle mine. Si fa più intensa e serrata l'azione di lobby sulle istituzioni per ratificare la Convenzione dell'ONU del 1980 sulle Armi Inumane e per avviare la formulazione di un disegno di legge per la definitiva proibizione di questo sistema d'arma in Italia. La Campagna partecipa attivamente al processo di revisione della Convenzione sulle Armi Inumane a Vienna (settembre-ottobre 1995) e Ginevra (gennaio e maggio 1996). Con il deludente risultato di questo percorso negoziale, l'azione della Campagna si indirizza con forza a favore del processo di Ottawa. Nel 1996 e 1997 vengono organizzate giornate e/o settimane di mobilitazioni nazionali contro le mine, come ad esempio, l'invio di scarpe al Ministero della Difesa e vengono raccolte le firme per pressare il parlamento ad emanare la legge nazionale per la messa al bando delle mine. Si ripetono gli incontri con parlamentari, con il Presidente della Repubblica, con il Presidente del Consiglio, per approdare ad una legge. Finalmente, poco prima della apertura della Conferenza Internazionale di Ottawa a dicembre 1997, l'Italia approva la legge 374/97. Nel corso della Conferenza, importante sarà il ruolo italiano, sia a livello di delegazione governativa, sia della Campagna delle Ong.Il lavoro di campaigning prosegue sul tema della ratifica del Trattato di Ottawa, sulla questione dell'impegno italiano a favore dello sminamento umanitario e dell'assistenza verso le vittime delle mine. Il 12 dicembre, si tiene il primo convegno sull'azione umanitaria contro le mine, "Dalle Mine al Cibo: Sminare la Strada alla Sviluppo", nel corso del quale la Campagna chiede la costituzione di un tavolo permanente di consultazione con le istituzioni per delineare la politica umanitaria del governo. Nel Luglio 1998 si realizza una Mina di ghiaccio a Piazza Venezia a Roma, in occasione del lancio della raccolta fondi a sostegno del programma di rimozione delle mine Afghanistan metro x metro, in collaborazione con la Campagna Afgana per la Messa al Bando delle Mine. Nel febbraio 1999 prende l'avvio il Comitato Nazionale per l'Azione Umanitaria contro le Mine, presso il Ministero Affari Esteri. La Campagna produce il primo report in inglese per il Landmine Monitor Report 1999, seguito da una seconda versione per il 2000. Tale report, con le dovute integrazioni, ha dato vita alla pubblicazione del libro: "Mine: Il Cammino che Resta". Il primo marzo 1999 le campane suonano a festa nelle più importanti città italiane ed in molte realtà locali per l'entrata in vigore del Trattato di Ottawa. Il lavoro più significativo, infine, riguarda l'azione di monitoraggio sull'attuazione degli impegni presi dal nostro paese con la normativa nazionale, ma anche nelle sedi internazionali. Nel maggio 1999, la Campagna Italiana diviene membro del Comitato di Coordinamento della ICBL e presiede il gruppo di lavoro "Ethics and Justice". In ottobre 2000, la Campagna formalizza la propria attività con la costituzione di un'associazione di associazioni giuridicamente riconosciuta con il nome di: Campagna Italiana Contro le Mine - Onlus. Restano gli stessi scopi e lo stesso mandato, e la consapevolezza che ancora molto lavoro resta da fare per eliminare le mine terrestri dal pianeta. 

ASSOCIAZIONI CHE HANNO ADERITO

Aifo, Amici Terzo Mondo, Archivio Disarmo, Asal, Associazione Obiettori non violenti, Associazione Papa Giovanni XXII, Associazione per un Sudafrica Democratico, Beati i Costruttori di Pace, Caritas Italiana, Centro Amilcar Cabral, Centro Eirene Studi per la Pace, Centro Missionario di Reggio Emilia, Cesvi, Cies, Cipax, Cir, Comunità di Capodarco, Consulta per la Pace di Brescia, Cooperativa Il Seme di Bergamo, Cospe, Gruppo Missionario Amici di Alfredo, Gruppo Senato Verdi, Idoc Internazionale, Intersos, Istituto Cooperazione Sviluppo, Ires Toscana, Jesuit Refugee Service, LAV, Legambiente, Lega delle cooperative del Nordest, Lega Missionaria Studenti, Lega per i Diritti e la Liberazione dei Popoli, Mani Tese, MSF, Missione Oggi, Movimondo, Nigrizia, Pax Christi, Pontificia Opera Infanzia Missionaria, Progetto Continenti, Pugwash International, Quelli che le Mine..., Rete Indra, SCI, Terre di Mezzo.

CAMPAGNA ITALIANA PER LA MESSA AL BANDO DELLE MINE Via Nizza, 154 - 00198 Roma tel 06.85800693 - tel/fax 06.85304326 web: www.campagnamine.org e-mail: info@campagnamine.org