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Blog in Rosso per la Birmania

L'Unione di Myanmar (già Birmania) è governata da un regime militare che ha preso il potere dopo aver perso le elezioni democratiche contro la lega nazionale per la democrazia, condotta da Aung San Suu Kyi, che ha avuto più del 60% dei voti e più del 80% delle sedi parlamentari nell'elezione nel 1990, tenuta per la prima volta dopo 30 anni. Non tolleranza per l'opposizione politica che viene repressa con la violenza  e il regime viola continuamente i diritti dell'uomo. Non c'è ordinamento giudiziario indipendente in Myanmar e l'opposizione politica al governo militare non è tollerata.

Aung San Suu Kyi ha guadagnato l'elogio internazionale come attivista per il ritorno del governo democratico in Birmania, ricevendo il Premio Nobel per la pace nel 1991. È stata condannata agli arresti domiciliari. Negli ultimi anni sono sono iniziati e durano ancora proteste da parte dei monaci buddisti birmani. Anche queste manifestazioni nonviolente sono state represse con il sangue dal regime.
 



Mentre in Birmania Internet viene oscurato dal regime, nel resto del mondo siti e blog si tingono di rosso in segno di solidarietà al popolo birmano.

I militari cercano con ogni mezzo di impedire che le notizie su quanto sta accadendo escano dal Paese: all'avvio delle proteste hanno iniziato a negare ai giornalisti stranieri il visto d'ingresso, a interrompere i collegamenti dei cellulari dei maggiori attivisti democratici e a oscurare molti blog dove i cittadini rivelavano al mondo quello che stava succedendo (alcuni hanno anche usato biglietti elettronici di auguri e il sito di socializzazione Facebook per raccontare quanto stava accadendo).

Ora però la morsa della censura è diventata ancora più stretta: mentre è in corso la caccia ai giornalisti stranieri, collegarsi a Internet è diventato impossibile anche per quei giovani smanettoni che fino a ieri riuscivano a «bucare» la pesante cortina stesa dai militari attorno al Paese: giovani universitari, per lo più residenti a Rangoon, erano finora riusciti a inserire decine di foto e video sui blog documentando passo passo la silenziosa protesta dei monaci buddisti e il crescente appoggio popolare. Ma il flusso delle immagini di quanto sta succedendo in Birmania si è interrotto. Tutti gli internet cafè sono stati chiusi e nessuno risponde ai telefoni degli uffici del principale provider di internet per spiegare come mai non è possibile aver accesso al Web. Che l'accesso alla Rete sia bloccato è stato ammesso anche da un responsabile delle telecomunicazioni, che però ha attribuito il problema a «un cavo sottomarino danneggiato». «Internet non funziona a causa di un cavo sottomarino danneggiato», ha riferito all'AFP un responsabile dell'impresa di Stato, Myanmar Post and Telecoms. Le notizie riescono a filtrare soltanto attraverso provider aziendali, cellulari e sistemi di comunicazione on-line come Skype. Intanto nel resto del mondo siti e blog si tingono di rosso, il colore delle veste dei monaci e in particolare del «sanghati» che contraddistingue i buddisti birmani. A cominciare dalla homepage di www.politichecomunitarie.it del ministro per le Politiche europee Emma Bonino.

Il nostro è un gesto simbolico per manifestare solidarietà nei confronti di una popolazione vessata da una dittatura fortemente repressiva in cui interessi economici e politici hanno il sopravvento sui diritti umani. Utopie onlus invita i blog ad unirsi per fermare azioni estreme e violente nei confronti della popolazione civile e dei reporter, che hanno il diritto di fare informazione senza mettere in gioco la propria vita.

Per inserire il ribbon nel vostro Blog, copiate ed incollate questo codice nel vostro template, prima della chiusura del tag body.

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Informazioni

Informazioni aggiornate sulla situazione birmana si possono trovare scorrendo anche uno di questi siti:

burmacampaign.org.uk
www.freeburmacoalition.org
www.freeburmarangers.org
www.irrawaddy.org
www.cfob.org
www.freeburma.org
www.dvb.no
www.dassk.com
www.ncgub.net

www.amnesty.org